A chi è sconsigliato
Il trattamento è controindicato nei casi di:
- Insufficienza respiratoria, renale, cardiaca, epatica grave
- Ipertensione arteriosa grave
- Terapia con acetazolamide, diclofenamide o altri inibitori dell’anidrasi carbonica
- Pregresso ictus
- Tachiaritmie
- Deficit trasporto locale O2 (anamnesi personale positiva per trombosi arteriose, tromboflebiti, flebotrombosi, embolie)
- Anemia grave
- Gangrena gassosa
- Gravidanza e allattamento
Per questo motivo prima di affrontare sedute di carbossiterapia, come per ogni altro trattamento medico, è opportuno sottoporsi a una visita che escluda la presenza delle condizioni esposte sopra.
Quali gli effetti collaterali e le complicanze
La carbossiterapia è un trattamento assolutamente privo di effetti tossici. Non produce variazioni di pressione e non sovraccarica l’attività escretoria del fegato e del rene Non produce embolie azotate, come può succedere ad esempio con l’ossigeno-ozono terapia.
L’unico inconveniente è la possibile formazione di ecchimosi nel punto d’inoculazione e piccoli gonfiori nell’area trattata. Si tratta, comunque di fenomeni del tutto transitori e di breve durata.
Il trattamento non è doloroso. Il paziente avverte una lieve sensazione di fastidio, in primo luogo perché l’iniezione stimola gli esterocettori e secondariamente in quanto l’anidride carbonica iniettata si lega con l’acqua creando l’acido carbonico responsabile di un leggero bruciore. Infine anche lo scollamento dei tessuti per l’infiltrazione di gas, produce un leggero senso di fremito o crepitio.
La sensazione avvertita è estremamente personale. Ad ogni modo il fastidio è maggiore quando si tratta un tessuto compatto, come ad esempio una cellulite abbondantemente fibrosclerotica. Ciononostante la possibilità di modulare con precisione pressione d’erogazione e velocità del flusso mediante il dispositivo medicale qui in uso rendono il trattamento pressoché indolore.
In conclusione la carbossiterapia si può definire una metodica medica estremamente sicura, inutile ripetere, purché praticata da personale medico specializzato, con strumenti autorizzati dal Ministero della Sanità e secondo protocolli controllati dalla società di Carbossiterapia Italiana.
Per approfondire l’argomento fare link all’articolo del blog.
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